INNOVAZIONE E REFIT

DUE PAROLE CHIAVE PER USCIRE DALLA CRISI


Credo che abbiamo anche bisogno di innovare. E le innovazioni devono essere di prodotto: sicuramente quella sui materiali è probabilmente una di queste, ma anche una maggiore attenzione all’ecologia sia nella fase di costruzione che durante l’uso ed infine sullo smaltimento o riuso. Altro segmento suscettibile di forti innovazioni è quello dei sistemi propulsivi con riferimento non solo alla velocità ma anche ai consumi ed al loro impatto ambientale sia riferito alla vivibilità dell’imbarcazione sia riferito all’impatto sull’esterno. L’innovazione ha bisogno sicuramente di coniugarsi con il concetto di durabilità del bene. La qualità strutturale del prodotto barca e sua durabilità nel tempo costituiscono i presupposti per favorire anche il refit futuro.

Quando parliamo di refit si parla di lavori di riparazione, trasformazione, manutenzione ordinaria, lavori in conto garanzia, ci sono tutti gli interventi ordinari che sono previsti dalle società di classificazione che contemplano periodiche visite ispettive di carene ogni cinque anni, ci sono tutti gli interventi tecnici di manutenzione connessi ai passaggi di proprietà: pensate che nel 2007 sono stati dichiarati 315 passaggi di proprietà di megayacht, il 25% dei quali superava i quaranta metri. Dobbiamo inoltre considerare che non ci sono solo gli armatori, c’è il charter, e il charter è una questione di grandissima importanza per il mercato al quale noi ci rivolgiamo, perché il 25% della flotta mondiale è costituito da imbarcazioni che sono adibite a charter, e sul Mediterraneo è presente il 71% di questi contratti con un’area tirrenica che raggiunge il 56%. Questi sono i dati del mercato al quale noi dobbiamo guardare parlando di refitting.